Complessi veicolari del trasporto merci pesante sono ammessi in Svizzera e nei Paesi dell’UE con una lunghezza e un peso massimi rispettivamente di 18,75 metri e 40 tonnellate, o 44 nel trasporto combinato.
L’UE punta ad aumentare tali soglie fino a 25,25 m e 60 t, autorizzando così la circolazione transfrontaliera di questi autotreni, cosiddetti gigaliner, all’interno del proprio territorio.
Nell’Accordo sui trasporti terrestri sancito con l’UE, la Svizzera ha salvaguardato il limite di 40 tonnellate sotto il profilo del diritto internazionale (competenza: Ufficio federale dei trasporti). In occasione del nuovo pacchetto di accordi con l’UE, il Consiglio federale intende mantenere e garantire questa soglia anche per il futuro. L’ammissione alla circolazione di veicoli di 60 tonnellate in Svizzera rimane pertanto esclusa.
Analisi di ripercussioni tecnico-viarie sulle reti stradali
A integrazione del limite di 40 tonnellate, nel 2011 l’USTRA aveva condotto un’analisi su questioni pratiche di natura tecnica e viabilistica che si porrebbero in caso di ammissione alla circolazione dei gigaliner.
Lo studio ha riguardato in particolare tre complessi veicolari di tale categoria in riferimento al loro transito sulla rete stradale elvetica o su parti di essa.
Anche se la Svizzera decidesse di autorizzare questo tipo di veicoli, attualmente la loro circolazione non sarebbe possibile in nessuno dei quattro scenari viari ipotizzati e descritti a fondo pagina: in ciascun caso infatti sarebbero necessari interventi di adeguamento infrastrutturale. Le criticità emergerebbero già all’ingresso in territorio elvetico, dal momento che le strutture doganali non sono attrezzate per accogliere autotreni di queste dimensioni, così come non lo sono aree di servizio, di sosta, di attesa e centri di controllo del traffico pesante, dove gli stalli di parcheggio non sono sufficientemente grandi.
In ragione della loro lunghezza complessiva, questi convogli necessiterebbero di maggiore spazio in fase di svolta e manovra. Pertanto, varie infrastrutture (dogane, aree di servizio, svincoli, intersezioni, rotatorie ecc.) sarebbero spesso impraticabili per ragioni fisiche o giuridiche. Oltretutto, in caso di aumento del peso totale dei veicoli non sarebbero più garantite né la capacità portante di diversi manufatti, in particolare dei ponti, né la sicurezza in galleria, specialmente per il trasporto di merci pericolose, e i dispositivi di ritenuta attuali non sarebbero in grado di resistere all’urto con un veicolo di 60 tonnellate.
Vi sono inoltre aspetti non infrastrutturali (ad es. distanza minima insufficiente) che impedirebbero l’autorizzazione di questi mezzi nei quattro scenari esaminati, salvo deroga in alcuni casi, previa adozione di opportuni provvedimenti.
I quattro scenari studiati
- Nel primo scenario sarebbe autorizzato unicamente il transito sull’asse nord-sud. Occorrerebbe individuare misure appropriate (per investimenti fino a 75 milioni di franchi) per adeguare l’infrastruttura a tal fine. Non sarebbe tuttavia da escludere che la situazione, già ora problematica, ai valichi di confine e presso aree di sosta e di servizio non si aggravi sensibilmente per conseguente scarsità degli spazi di parcheggio.
- Nel secondo scenario i gigaliner sarebbero autorizzati a circolare su autostrade e semiautostrade (segnaletica di colore verde) contigue. Le operazioni di adeguamento dell’infrastruttura, che implicherebbero in questo caso investimenti di portata decisamente maggiore (fino a 558 milioni), sarebbero indispensabili, ma non sufficienti a garantire ovunque il rispetto degli standard di sicurezza attuali.
- Il terzo scenario prevede la possibilità di aprire a questi mezzi tutte le autostrade e semiautostrade (segnalate in verde), anche quelle discontinue tra loro, nonché le strade principali (segnalate in blu). Tuttavia, l’autorizzazione di gigaliner non sarebbe possibile a causa delle troppe criticità.
- Il quarto scenario riguarda l’intera rete stradale svizzera: autorizzare ovunque il transito dei gigaliner accentuerebbe ulteriormente le criticità sopracitate ed è pertanto un’ipotesi da escludere per principio.
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